I narcos di Tor Bella Monaca hanno i loro chimici: il laboratorio per la coca in una grotta
Avevano allestito un laboratorio per trasformare la droga da liquida a solida in una grotta a Sant'Oreste, alle porte di Roma. Per lo scopo, avevano fatto arrivare nella capitale un chimico colombiano, che potesse controllare e supervisionare su tutto il processo di creazione della sostanza, in modo poi da venderla sulle piazze di spaccio non solo laziali, ma anche venete e calabresi. Questo quanto emerso dalle indagini effettuate dalla Guardia di Finanza di Catanzaro, con la collaborazione del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata e del Comando Provinciale Roma, su un sodalizio criminale che si era creato tra Italia e Sudamerica. In carcere sono finite dieci persone, cinque italiani – arrestati tra Roma e provincia – e cinque colombiani.
La collaborazione con il Sudamerica era proficua per le associazioni criminali italiane: facevano arrivare la droga sia tramite gli ‘ovulatori', ossia persone che ingerivano la droga e la trasportavano nello stomaco, sia tramite voli charter e navi container. In questi ultimi casi, la facevano viaggiare dentro dei container refrigerati, in modo da non danneggiare la sostanza. Secondo gli accertamenti, parte della droga era diretta anche nella piazza di spaccio di Tor Bella Monaca, uno dei mercati di droga a cielo aperto più grandi di Roma.
Le indagini hanno subito una svolta nel 2019, quando un uomo è stato arrestato all'aeroporto di Fiumicino. L'uomo aveva nel suo stomaco diversi ovuli di droga, che se aperti avrebbero potuto ucciderlo in pochissimo tempo. Ed è a questo punto che è stata scoperta l'esistenza del laboratorio di chimica allestito nella grotta a Sant'Oreste, supervisionato da un chimico colombiano.